27 agosto - 18 settembre 2005 - Polonia
e Praga - 4800 Km
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Diario

Il viaggio, organizzato a Pino e Annamaria dell'Aci camper di Livorno, si concretizza in una lunga galoppata sino a Zakopane (cittadina turistica invernale sui monti Tatra, nel sud della Polonia), nella salita lungo la parte est del paese sino al confine con l’enclave russa di Kaliningrad (visita di Cracovia, Lublino e laghi Masuri) e nella discesa lungo la parte ovest, con visita di Danzica, Turon e Czestochowa. Sulla strada del ritorno ci siamo fermati  a Praga per un paio di giorni.

27 agosto

Sono tre giorni che ci stiamo preparando. Per l’occasione rinunciamo al generatore elettrico (pesante, rumoroso e poco funzionale) e montiamo un inverter da 300 watt, in modo da poter ricaricare, speriamo senza troppi problemi, le batterie della telecamera, del telefono, del rasoio e dell’aspirapolvere.  Alle 10 del mattino siamo pronti e ci mettiamo in moto. Non c’e’ traffico e viaggiamo senza problemi.  Dopo la tangenziale di Mestre (stranamente libera) cominciamo a scorgere file lunghissime sull’altra carreggiata.  

Oggi e’ giorno di rientro (e’ l’ultimo sabato del mese) per i vacanzieri provenienti da Croazia e Slovenia. Verso le 16 usciamo, come da indicazioni, a Pontebba e in pochi minuti siamo a Valbruna.  All’inzio del paese scorgiamo alcuni camper davanti ad un bar (riconosciano Giulio e Alfonsino, amici conosciuti in precedenti viaggi). Pensiamo di essere sulla strada giusta e che questi compagni di viaggio siano scesi in paese per prendere un caffe’. Proseguiamo e dopo pochi minuti ci ritroviamo fuori dal paese sulla statale 13, diretti verso il confine. Evidentemente abbiamo sbagliato strada. Giriamo il camper e torniamo indietro. Lungo la strada ritroviamo Giulio e Alfonsino che non erano scesi per prendere un caffe’ ma piu’ semplicemente si erano persi, esattamente come noi. Ci viene in mente di 
La festa di benvenuto
tornare ad un bivio e di prendere un’altra strada. Ci incolonniamo, raggiungiamo il bivio e prendiamo l’altro ramo. Ci troviamo su una stretta strada di montagna. In una radura scorgiamo alcuni camper, ci infiliamo ma sbagliamo nuovamente bersaglio. Finalmente, piu' avanti, troviamo i nostri amici sistemati in un vasto spiazzo a lato della strada. Ci ritroviamo, ci salutiamo (sono quasi tutti volti noti, credo che ci siano solo un paio di new entry) e chiacchieriamo un po’. Pino e Gianpaolo hanno un  camper nuovo, bellissimo. Verso le sette ci raggiungono un gruppo di compagni che erano andati a messa e Annamaria organiza un aperitivo. Subito dopo la 

festicciola ci registriamo (per questo viaggio siamo il numero 22, abbastanza in fondo alla colonna) e ci ritiriamo per cenare. Dopo cena non e’ previsto alcun incontro ma alcuni camperisti, parcheggiati al nostro fianco (non facenti parte del nostro gruppo) organizzano una serata musicale: qualcuno suona una chitarra ed altri cantano canzoni anni sessanta. La serata scorre via piacevolmente.

28/08/05

Sveglia all’alba. Alle 7,30 siamo pronti per partire. Oggi e’ una giornata dura: il piano di viaggio prevede 450 km e l’attraversamento di due frontiere.  In breve siamo alla valico con l’Austria. Poco prima del passo ci fermiamo qualche minuto per applicare la vetrofania della ‘vignette’ il bollino autostradale austriaco che Enrico ci ha procurato (ventidue euro a camper). Il passo non e’ presidiato. Passiamo e siamo in Austria. Il panorama inizialmente assomiglia a quello del trentino: montagne, prati e abetaie. Saliamo fino a 1100 metri e poi iniziamo a scendere. Mano a mano che scendiamo il paesaggio cambia: alle montagne ed ai pini si sostituiscono vallate coltivate e boschi di latifoglie. L’autostrada e’ abbastanza libera e filiamo via senza problemi. Pino prova a tenere una media di 100 km/ora ma a questa velocita’ la carovana si diluisce e diventa lunga piu’ di due km, con problemi di portata dei CB.  diminuisce quindi la velocita’ a 90 k/h e tutto fila liscio.  Alle 11 facciamo una pausa per il caffe’ seguita, alle 13, da una piu’ lunga per il pranzo. Alle 14 siamo ormai nei sobborghi di Vienna. Il traffico diventa piu’ inteso e la velocita’ tende a diminuire. superiamo Vienna e ci incamminiamo verso Bratislava. La frontiera con la repubblica Slovacca e’ un po’ meno leggera:  Annamaria consegna la lista delle persone e una guardia di frontiera controlla le carte d’identita’.  Passiamo comunque velocemente e in pochi minuti siamo tutti in territorio Slovacco. Applichiamo il bollino autostradale slovacco (sette euro) e corriamo verso Bratislava (che vista da lontano, sembra una citta’ senz’anima: solo centri commerciali e falansteri popolari). Superiamo il Danubio e ci fermiamo ad un distributore per rifare il pieno. Restiamo senza fiato: il gasolio costa 1,22 euro al litro e, considerando anche il livello di vita della popolazione,

La sosta a Povalska Bystrica
ci sembra un prezzo astronomico (verremo poi a scoprire che il gestore ci ha abbondantemente imbrogliato sul cambio).  Riprendiamo la marcia e superiamo alla grande i 450 km previsti dal piano di viaggio. Ci fermiamo a Povalska Bystrica, una cittadina (capitale di provincia) a una cinquantina di Km dal confine con la Polonia.   Dopo cena Natale prova a fare quattro passi in citta’. Una vera desolazione. Non esiste un centro storico e neanche un centro. Si vedono pochi negozi (quasi tutti vendono oggetti di ferramenta) con merce di infima qualita’. Solo palazzi popolari, vecchie automobili, semafori lampeggianti e strade male illuminate.  Natale sente della musica e prova a rintracciare l’origine del suono. Quasi improvvisamente si trova in una piazzetta gremita
di giovani nella quale due enormi casse diffondono disco music. I giovani ballano e poco distante un banchetto sotto un gazebo distribusce bevande dai nomi sconosciuti.   
 
 29/08/05  

Oggi e’ un’altra giornata di trasferimento. Ci mettiamo in marcia verso le 8 e ci dirigiamo a nord verso Zilina. Lasciamo quasi subito la pianura e ci addentriamo, passando per i fondovalle, nel complesso dei monti Tatra. Percorriamo una strada secondaria che costeggia (o e’ addirittura all’interno) il parco nazionale Narowdy. Il panorama e’ bello. A volte la strada sale (abbiamo fatto anche un migliaio di metri in prima) altre volte e’ pianeggiante. Si sale sino a 1100 metri attraversando villaggi e campi coltivati. Oltre al mais ed al grano (ormai gia’ tagliato) si vedono pascoli, campi di patate, di cavoli e di una verdura a foglie larghe simile alle nostre bietole, ma di colore rossastro. Oggi in Slovacchia e’ una giornata festiva e si vedono molte persone al lavoro negli orti, intente a raccoglire patate o a tagliare l’erba. I campi sono strani. Non si vedono grandi appezzamenti ma strisce larghe una decina di metri e 

 lunghe un centinaio. Ogni striscia e’ coltivata diversamente dall’altra.  La mattinata e’ umida e la rugiada fa splendere campi. Le case  sono quasi sempre piccole unifamiliari con tetti (in laterizio, legno o alluminio) molto spioventi.  Le persone vestono in maniera dignitosa. Non si vedono negozi ma solo qualche chiesa. Se non fosse per la cattiva manutenzione delle strade (sconnesse, con l’asfalto rappezzato o invaso dalle erbacce e sempre prive di marciapiede) sembrerebbe un panorma del Trentino o della Svizzera.   Ad un tratto, mentre stiamo attraversando una delle innumerevoli cittadine, ci troviamo alla frontiera con la Polonia. La superiamo senza troppe formalita’ (solo una rapida occhiata alle carte d’identita’) e all’improvviso il panorama cambia. Non si notano grosse differenze nello stile delle case e nell’abbigliamento delle
nella zona dei monti Tatra
persone ma le strade (almeno in questa zona della Polonia) sono decisamente migliori.  Ci stiamo avvicinando a Zakopane, considerata la Cervinia locale. Poco prima di entrare in citta’ ci fermiamo per fare colazione in uno spiazzo sterrato ai margini di uno degli ingressi al parco nazionale. Prima di colazione incontriamo una suora che parla italiano e che si offre di cambiarci gli euro in zloti (con un cambio assolutamente onesto di quattro zloti per un euro). Cambiamo e decidiamo di provare un ristorante locale. Sempre con l’aiuto della suora scegliamo un menu’ a base di carne di maiale (un piatto unico con contorno di patate arrostite, verdura condita con yogourt e salsa piccante)  seguito da un dolce (una specie di strudel sormontato da un po’ di gelato). Alla fine del pranzo ci vengono chiesti poco piu’ di 7 euro a testa.  Ci rimettiamo in moto ed in pochi minuti siamo a Zakopane. Troviamo il campeggio e ci sistemiamo. E’ abbastanza presto e decidiamo, insieme a Clemente e Alfonsino, di fare un giro in citta’. La citta’ e’ pulita, affollata e piena di negozi. Qui’ i turisti (molti Tedeschi e Inglesi) fanno la bella vita spendendo pochissimo. Il cambio e’ favorevole. Possiamo dire che uno zloti assomiglia, per potere d’acquisto sui prodotti locali, alle 1.000 lire ante euro (di fatto oggi al ristorante abbiamo pranzato bene spendendo non piu’ 30 zloti a testa). I prodotti locali fanno girare la testa. Lungo la via principale ci sono banchetti che vendono uno squisito formaggio  in pani decorati (due o
Zakopane: chiesa in legno del 1908
tre etti) a 6 o 8 zolti (1,5 e 2 euro). Il gasolio costa esattamente un euro al litro e la cartina geografica della Polonia 10 zloti (2,5 euro).  Al di la’ dell’ubriacatura da prezzi favorevoli la cittadina e’ sembrata davvero bella. Molte case sono state costruite esclusivamente in legno, con travi da 20/30 cm di spessore (e quindi  con pareti molto spesse) e decorazioni intagliate sulle facciate, sui portali e sulle finestre. La via principale, pur afffollata e vivace, appare pulita e, tutto sommato, ordinata. Torniamo al parcheggio e vediamo Romano intento a preparare il pentolone. Natale si affretta a scaricare/caricare i serbatoi e quindi tira fuori il tavolino e le sedie. Ci mettiamo al tavolo con Clemente e dopo la pasta e’ porta party. Si mangia e si beve, come al solito, piu’ del dovuto e alla fine della cena siamo un po’ appesantiti. Enrico proietta il suo documentario sulla libia (splendido) e uno su di un raduno a Livorno. Dopo il film tutti a nanna.   

30/08/05

Giornata di sole. Alle 9,30 arriva un autobus, una guida parlante Italiano che ci accompagnera’ per tutto il tour  ed una guida locale (che non parla italiano) che ci accompagnera’ nel tour di Zakopane (l’idea e’ che la guida locale parli con l’altra guida che, a sua volta, traduce per noi).  Zakopane e', come gia' detto, una citta' turistica; e' chiamata la ‘capitale invernale’ della Polonia ed e', almeno 

apparentemente, abbastanza ricca.  Il bus ci porta dapprima a visitare una chiesa in legno costruita nel 1908, poi a vedere alcuni imponenti impianti per gli sport invernali: skilift, piste da discesa (ora ovviamente ricoperte d’erba) e tre trampolini per il salto con gli sci, attrezzati in modo da consentire anche il salto nei mesi estivi (e diffatti abbiamo visto alcuni atleti che si stavano allenando). Il bus ci porta poi a vedere una chiesa detta ‘della madonna di Fatima’, considerata dai polacchi un vero e  proprio santuario (vediamo anche alcuni malati in pellegrinaggio). Il complesso e’ imponente; accanto alla chiesa  c’e’ una cappella (in legno) piccola e mistica; dietro la chiesa una enorme cappella, anche questa in legno, con

Zakopane: il gruppo davanti alla chiesa della madonna di Fatima
Zakopane: un'altra chiesa in legno
statue che rappresentano la passione e infine la chiesa, internamente foderata di legno, con pregevoli vetrate e statue.  L’autobus sosta per circa 30 minuti in una zona centrale per consentire a coloro che non avessero gia’ provveduto, il cambio degli euro in moneta locale. Noi non ne abbiamo bisogno e ne approfittiamo per visitare una piccola chiesa (sempre rigorosamente in legno) dedicata alla Madonna di Czestochowa. Ultima tappa un impianto di risalita.  Con sette zloti (meno di due euro) Natale prende una sciovia che lo porta a circa 1500 metri. Da qui ammira il massiccio dei monti Tatra e, a est, dei primi contrafforti della catena dei Carpazi occidentali.  Sempre in cima a questa montagna si aprono alcuni chioschi che vendo prodotti per turisti. Tra questi ce n’e’ uno che offre per pochi spiccioli, un boccone di formaggio affumicato scaldato su di una griglia a carbonella. Il bus ci riporta al campeggio. Decliniamo l’offerta dei compagni di viaggio di pranzare tutti insieme in una specie di fast food locale (non per spocchia ma perche’ ieri abbiamo un po’ esagerato sia a mezzogiorno che alla sera) e torniamo al camper. Nel pomeriggio ci rimettiamo in moto.  Abbandoniamo Zakopane e ci dirigiamo a nord. Superiamo  Nowy Targ, e raggiungiamo una localita’ chiamata Sromowce Katy, sul fiume Donajec; punto di imbarco per una discesa su 

zattere. Dopo cena, raggiungiamo Alfonsino nel suo camper e passiamo la serata insieme a lui, a Clemente ed alle rispettive mogli. 

31/08/05

La mattinata e’ umida e nebbiosa. Verso le nove e mezza esce un po’ di sole. Ci imbarchiamo su cinque zatteroni (12 persone per ogni zattera) e scendiamo lungo il Dunajec.  Il fiume corre in alcuni punti veloce e le zattere qualche volta urtano contro i sassi del fondo. Ci arriva qualche spruzzo di acqua in faccia ma niente di piu’ (si tratta di una versione addolcita del rafting). Il panorama e'

in barca sul fiume Donajec
dapprima pianeggiante poi improvvisamente cambia e ci addentriamo in una specie di canyon dalle pareti verdeggianti e, a tratti, rocciose. Scorgiamo un paio di aquile, tre cicogne (stranamente immobili, forse di plastica ad uso dei turisti) alcuni gabbiani (incredibile come questi uccelli si siano adattati a vivere cosi’ distanti dal mare!) e molte anatre selvatiche che volano a pelo d’acqua. Il fiume delimita per un buon tratto la frontiera tra la Slovacchia e la Polonia, per un altro tratto scorre interamente in Slovacchia e per un ulteriore tratto in Polonia. Lungo la discesa vediamo altri zatteroni  che 
prendono il largo partendo dal territorio Slovacco. La discesa (circa 18 km) dura oltre due ore. Verso mezzogiorno arriviamo al punto di sbarco; pieno di turisti e di ristoranti. Decidiamo di pranzare in loco e prendiamo due enormi trote fritte con insalata e caffe’ (in tutto 65 zloti, 16 euro a coppia). Dopo pranzo prendiamo uno scassatissimo autobus che, faticosamente, ci riporta ai camper. Ci riposiamo un po' e verso le  quattro ci mettiamo in moto in direzione di Nowy Targ. Durante la marcia facciamo una piccola deviazione e ci fermiamo in un paesino che si chiama Debno per visitare la chiesa (anche questa in legno) di San Michele Arcangelo, monumento nazionale. L’interno e’ decorato con pitture (per la verita’ piuttosto grossolane) che risalgono al XV secolo. La chiesetta e’ arricchita da un ritratto di San Nicola di Bari e da un organo che, stando a quel che dice la nostra guida, sfida le leggi della fisica: le lamelle di maggior spessore emettono suoni
Debno: l'interno della chiesa di San Michele

alti mentre quelle di minor spessore emettono suoni bassi.  Raggiungiamo Nowy Trag e ci sistemiamo in uno spiazzo sterrato a lato di un fiume. Natale esce subito alla ricerca di un internet cafe’. Non lo trova ma vede, in compenso, una cittadina vivace, con il centro pieno di negozi, banche, bar e ristoranti.

01/09/05

Al mattino presto (e’ ancora buio) cominciano ad arrivare i furgoni dei commercianti. Fanno un po’ di rumore, ci svegliamo ma cerchiamo di resistere sino alle sette e mezzo. Quando usciamo vediamo che siamo circondati da automobili e da banchetti del mercato. Un posteggiatore si avvicina e ci chiede 20 

Nowy Trag: il mercato
zloti per il parcheggio (circa 5 euro).  Restiamo sorpresi poiche’ un cartello dice che la tariffa e’ di 5 zloti. Temporeggiamo in attesa della guida. Nel frattempo decidiamo di fare una capatina al mercato. E’ in realta’ un mercato molto grande, con diverse sezioni dedicate all’abbigliamento, all’utensileria/ferramenta, agli animali vivi (un maialino vivo costa 54 zloti, circa 13 euro),  ai mobili, alla frutta ed alla verdura. Non vediamo banchetti di salumi, polli e formaggi. I prezzi sono incredibilmente bassi. Il mercato e’  internazionale’ poiche’ sia gli espositori che i clienti sono in parte
 Polacchi ed in parte Slovacchi; i prezzi sono esposti nelle due divise e qualche volta in una sola divisa (la corona slovacca). Questa confusione genera qualche equivoco (una corona slovacca vale 1/10 di uno zloti) ma alla fine tutto e’ chiaro. Alcuni compagni di viaggio sono  presi dalla foga degli acquisti ed acquistano di tutto. Anche noi, nel nostro piccolo, non ci tiriamo indietro: oltre ad un po’ di verdura comperiamo una lama di ricambio della sega circolare (che probabilmente Natale non usera’ mai)  ed una composizione di aglio intrecciato con fiori secchi di diversi colori, adatta a decorare un qualche angolo della cucina. Durante il giro al mercato Anna perde il suo giubbino trapuntato. Non una grave perdita, se non fosse che in una delle tasche aveva messo le chiavi di riserva del camper ed il secondo telecomando dell'antifurto.  Verso le quattro ci rimettiamo in moto (previo versamento dei 20 zloti di parcheggio). Una parte della carovana si perde quasi subito, poi ci ritroviamo e proseguiamo in colonna. Ci fermiamo ad un distributore ma non c’e’ gasolio per tutti; ci fermiamo ad un secondo distributore e facciamo il pieno. C’e’ molto traffico ed impieghiamo quasi tre ore per coprire i 60 km che ci separano da Cracovia. Finalmente arriviamo al campeggio e, al posto della prevista cena al ristorante (rimandata ai laghi Masuri), prepariamo i tavoli e mangiamo patate polacche, bollite e condite con olio e sale, insieme ad alcune fette di salame e mortadella. La cena viene poi arricchita dal alcune canzoni russe e polacche (tra cui una personale interpretazione dell’internazionale) cantate dalla nostra guida/tenore.   

02/09/05

Sveglia all’alba, doccia colazione e bus per il centro. Oggi si visita Cracovia. Il percorso dal parcheggio al centro mostra una citta’ vivace, con un traffico identico a quello di Milano. Il centro, invece, e’ un’oasi di pace. Il fossato attorno alle mura e' ora un parco che delimita una zona ricca di storia e di monumenti. Al parco incontriamo una guida che parla italiano e che ci porta a spasso per la citta’. Ci 

Cracovia: visita alla citta'
 racconta un po’ di storia (Cracovia nel XVI secolo e’ stata, per alcune decine di anni, la capitale della Polonia) e ci mostra i monumenti piu’ importanti. Prima la chiesa della Vergine Maria in stile gotico, sul cui campanile si affaccia, ogni ora, un trombiettiere che suona una breve melodia, poi la piazza principale, con un monumento equestre, e infine la collina Wawel, su cui sorge sia la cattedrale che il palazzo reale. La cattedrale all’esterno sembra una chiesa formata da un mix di stili: un campanile ed i tetti sono gotici, le cappelle laterali hanno il tetto a cupola, come le chiese ortodosse ed un secondo campanile sembra barocco. L’interno e’ ricco. E’ in marmo nero con statue e decorazioni in marmo marrone. Nella Chiesa e nelle cappelle laterali sono 
conservate le tombe di alcuni sovrani di Polonia e di alcuni cardinali. Il palazzo reale, invece e’, almeno all’esterno, molto meno ricco. E’ un palazzotto a due piani piuttosto austero. L’interno invece offre una splendida collezione di arazzi, mobili rinascimentali e quadri del cinque/seicento. Dopo la visita, ormai piuttosto stanchi, ci sediamo ai tavoli all’aperto di un ristorante sulla piazza principale. Ordiniamo due piatti che ci sembrano accettabili (Anna prende del salmone al forno mentre Natale si tuffa in una grigliata mista di carni). Il pranzo e’ discreto, decidiamo di strafare e prendiamo anche due dolci, che risultano poi troppo cremosi e indigesti.  Verso le tre siamo di nuovo ai camper. Un po’ di relax e poi di nuovo in marcia, verso le vicine miniere di sale di Wieliczka.   Ci accampiamo in un nuovissimo parcheggio a lato della miniera. Dopo cena  Annamaria organizza una piccola festa con dolciumi e liquore di ciliega, proveniente dalla Corsica.  
Cracovia: la cattedrale

03/09/05

Alle 9 siamo gia’ in fila davanti all’ingresso della miniera. Siamo in tanti e ci dividono in due gruppi. Ogni gruppo ha una guida che parla italiano. Scendiamo, a piedi, sino al primo livello (circa 60 metri di profondita’). Ci accoglie uno spettacolo inusuale: vediamo le statue di sale alcuni minatori intenti a scavare. La visita si snoda in un percorso di circa tre km a diverse altezze. Alla fine saremo scesi a circa 110 metri e avremo visto statue di sale rappresentanti immagini sacre, storiche e di vita dei minatori. Impressionate una enorme chiesa sotterrane ed un’altrettanto grande sala per concerti. Oltre alle statue la visita offre la visione di alcune ultracentenarie impalcature in legno, perfettamente conservate dal sale, e di innumerevoli laghetti sotterranei coltivati apposta per ottenere acqua 

Wieliczka: foto nella chiesa ricavata nella miniera di sale
molto salata che, una volta portata in superficie ed essicata, rende circa 300 kg di sale per metro cubo. Subito dopo la visita ci rimettiamo in moto per raggiungere Lezajsk, una piccola citta’ dell’est (al confine con l’Ucraina) nella quale esiste una chiesa con uno storico organo.  Durante il percorso ci fermiamo per fare colazione e, poco dopo, nel piazzale di un supermercato per fare un po’ di spesa. I prezzi sono eccezionalmente bassi ed Anna ne approfitta per comprare qualche tovaglia. Il risultato e’ che restiamo senza moneta locale e siamo costretti a farci prestare 25 zloti.  Verso sera raggiungiamo Lezajsk e ci sistemiamo in un parcheggio a lato della chiesa. Il paesaggio e’ nel frattempo cambiato. Dalle colline di 

Cracovia si e’ passati ad una pianura coltivata a tratti (o meglio, coltivata a strisce, com’e’ d’uso in questa parte della Polonia). Il paesaggio ricorda quello dell’Emilia: basso, piatto e verde. Una nota che lo differenzia sono le case, con i tetti esageratamente spioventi.  Lezajsk e’ una cittadina pulita, ordinata, con qualche fabbrica, un supermercato e qualche negozio. La cosa strana e’ che apparentemente isolata poiche' la cittadina piu' vicina e' ad almeno 30 km di distanza.  Dopo cena sentiamo della musica rock provenire dalla chiesa. Entriamo e la troviamo piena di gente che prega. La musica non proviene dalla chiesa ma da qualche altra parte dietro la chiesa. Camminiamo a lungo per strade semibuie (funziona un lampione su tre) ma non riusciamo a raggiungere la festa. Torniamo al camper, andiamo a letto e poco dopo sentiamo il rumore dei fuochi artificiali. Alla fine tutto tace e ci addormentiamo. 

 04/09/05

 Alle 9 siamo pronti per vistare la chiesa. Apriamo la porta e ci accorgiamo che il parcheggio si e’ trasformato in un mercato.  Comperiamo un po’ di frutta, andiamo in chiesa e la troviamo

nuovamente piena, con molte persone fuori ad ascoltare messa (forse sono ancora quelli di ieri sera). Veniamo a sapere che la sera prima era la festa del santo patrono del paese e che era festa grande. Aspettiamo che la messa finisca e finalmente un frate ci accompagna per una visita. La chiesa e’ antica. L’interno e’ barocco, con marmi neri, statue dorate e legni intagliati (spettacolare il coro). L’organo e’ enorme; occupa tutta la parete sopra l’ingresso e una parte delle pareti della navata centrale. Ci viene offerto un concerto per 150 zloti (circa 40 euro). Accettiamo e un’ora dopo, al termine della messa successiva (sempre strapiena di gente) un maestro di novantadue anni esegue musica sacra per una ventina di minuti. L’organo, imponente, e’ in grado di produrre suoni dal volume elevato e tali da dare spessore ad una 
Lezajsk: un affresco sul muro della sacrestia della cattedrale

musica che, normalmente, e’ abbastanza piatta. L’unico pezzo che siamo stati in grado di riconoscere e’ stato un’Ave Maria che il maestro, peraltro, ha interpretato in maniera piuttosto personale.  Dopo il concerto e la visita alla chiesa ci muoviamo verso Lublino, un centinaio di km piu’ a nord. Ce la prendiamo con calma: facciamo il pieno, pranziamo e verso le 17,30 arriviamo. A Lublino (citta’ di 300.000 abitanti) ci perdiamo e chiediamo ad un tassista di accompagnarci al campeggio.  Il campeggio e’ fatisciente: mancano le prese di corrente, i servizi sembrano ancora in costruzione e la piazzola di carico e scarico non e’ ottimale. Appena arrivati Natale scarica la bici e fa un giro sulle sponde di un laghetto che confina con il campeggio. La serata si conclude con Romano che prepara la pasta, il conseguente porta party (questa volta abbiamo avuto diversi assaggi di wodka) e un giro di barzellette.     

05/09/05

Alle 9 un pullman ci porta nel centro della citta. La guida (una signora vestita di bianco) ci racconta un po’ di storia (qualche sovrano e molte dominazioni) e ci porta a vistare il castello: un palazzotto con una torre circolare e una chiesetta. L’unica cosa degna di rilievo e’ la chiesa, il cui interno e' 

Lublino: il castello
completamente  affrescato (come in molte chiese ortodosse). Facciamo poi quattro passi nella citta’ vecchia, o meglio di quel che rimane della citta’ vecchia, visto che nell’ultima guerra i tedeschi hanno raso al suolo i quartiere ebreo che rappresentava oltre la meta’ della citta’ (oggi gli ebrei residenti a Lublino sono solo quattordici). Anche la citta’ vecchia non offre particolari emozioni: qualche edificio affrescato (negli anni 50) ed un torrione in via di restauro. Alle 11 siamo liberi per circa un’ora e Natale ne approfitta per entrare in un internet cafe’. Guarda la posta e si documenta sui campeggi di Praga, qualora, alla fine del viaggio, volessimo fare una sosta nella repubblica Ceca.  Nel pomeriggio ci mettiamo in moto verso 

nord ovest. Raggiungiamo la cittadina di Kazimierz Donly (che, a quanto sembra e' famosa per le decorazioni che arricchiscono le sue abitazioni. Ci fermiamo per qualche minuto ad ammirare la Vistola (che in questo punto e' maestosa) e ci rimettiamo in marcia verso Belks Duzy, una cittadina ad una cinquantina di km da Varsavia ove pernotteremo.  Verso le 20 e 30 ci avviamo verso un ristorante italiano (Ristorante la Terrazza) ove ci attende una cena italo polacca (si incomincia con il vitello tonnato, poi verdure alla griglia, ravioli di ricotta e spinaci, farfalline al salmone, arrosto di maiale farcito di prugne, strogonoff  (uno spezzatino piccante) flan di panna e un dolce locale ripieno di confettura di mele). In nottata, sazi come non mai, caracolliamo verso il camper.

06/09/05  

Partiamo presto.  Alle 8 siamo gia’ fuori dal parcheggio e alle 9 siamo davanti allo stabilimento della Ferrero. Ci fanno accomodare in mensa, ci fanno assaggiare alcuni loro prodotti, proiettano due diapositive sulla storia della Ferrero in  Polonia e ci portano a vedere le linee di produzione. Uno spettacolo. Le linee, ormai completamente automatiche, sfornano cassette di prodotti ad una velocita’ incredibile. Prima di lasciarci ci offrono uno svariato quantitativo di confezioni di nutella e di altre prelibatezze. Ci rimettiamo in marcia e verso le 11 arriviamo a  Zelazowa Wola, il paese natale di Chopin. Visitiamo la casa e il parco (niente di speciale) e ci rimettiamo in marcia verso nord. Mano a mano che ci saliamo il paesaggio cambia. Qui' l'autunno sembra essere gia' iniziato: gli alberi hanno diversi 
Belks Duzy: visita allo stabilimento della Ferrero
Zelazowa Wola: la casa di Chopin
colori e in campagna si vedono bruciare le stoppie. Anche le strade e le abitazioni cambiano. Le strade sono migliori (ormai sono rare quelle con il solco lasciato dalle ruote dei tir) e le case sono pulite ed ordinate. Non si vedono quasi’ piu’ costruzioni fatiscienti, non intonacate o con infissi in via di disfacimento. Sono sempre povere ma ben tenute, con giardini recintati e curati.  Verso le 19 arriviamo in un paesino chiamato Piecki e al campeggio (siamo ormai nella zona dei laghi Masuri). Anche il campeggio sembra migliore dei precedenti. Ci sistemiamo, ceniamo e dopo cena si organizza una festicciola a base di frittelle di mele preparate da Carla (ottime).  

07/09/05

Mattinata libera. C’e’ il sole (sotto questo punto di vista  il viaggio e’  fortunato) e decidiamo di fare un giro in bici. Lasciamo quasi subito la strada principale (molto trafficata) e ci addentriamo nella 

campagna. Attraversiamo un paesino e finalmente arriviamo ad un laghetto. Ci fermiamo qualche minuto ad osservare il panorama ed il luogo. Siamo nella zona di vacanza di una qualche famiglia locale: uno spiazzo in riva al lago nel quale sono presenti un piccolo molo (con tanto di scaletta per risalire dall’acqua) una costruzione piccolissima, in legno (poco piu’ di un capanno per gli attrezzi), un barbeque in metallo, un forno in muratura e qualche panchina. Torniamo ai camper ed esploriamo il campeggio: scendiamo ad un lagetto (un altro laghetto, diverso dal precedente) e vediamo alcuni compagni di viaggio che pescano. Ci accodiamo ad un gruppetto di amici che passeggia lungo la riva; facciamo quattro passi e torniamo 
in bici nella zona dei laghi Masuri
Micolajki: sulla motonave
al camper. Dopo pranzo ci vediamo con Teresa e Clemente per parlare della possibile escursione a Parga e ci prepariamo alla partenza. In serata raggiungiamo Micolajki (una specie di Desenzano locale) e ci imbarchiamo su di una motonave che ci porta a spasso sul lago Sniardwy (probabilmente il piu’ grande lago della Polonia). Durante il viaggio ci viene servita una colazione (merluzzo fritto (ottimo) con verdure scondite). Il viaggio dura circa 90 minuti ed e’ abbastanza suggestivo. Il tramonto visto dal lago non e’ male e le rive disabitate (quasi incontaminate) offrono paesaggi a cui non siamo abituati. Alle 19,30 siamo di nuovo a terra. Facciamo quattro passi poi ci sediamo sui tavoli all’aperto di un locale. Riusciamo, a gesti, a farci portare qualcosa da mangiare (delle creps farcite in vario modo) e un po' di

birra. Torniamo ai camper. Apriamo una bottiglia di vodka e tiriamo tardi chiacchierando e ridendo.  

08/09/05

Ennesima giornata di sole. Partiamo verso le nove, viaggiamo un’oretta e ci fermiamo a Ketrzyn ove, durante la seconda guerra mondiale, la Germania aveva costruito il suo quartier generale. Visitiamo le 

Swieta Lipka: la chiesa dei Gesuiti
rovine dei bunker (per la verita’ ormai quasi completamente distrutti) e ce la prendiamo comoda. Pranziamo, parliamo con Salvatore  del progetto di escursione a Praga e verso le 15 ci rimettiamo in moto. Facciamo qualche chilometroe ci fermiamo a Swieta Lipka per visitare una chiesa costruita dai gesuiti. La chiesa e’ grande e barocca. L’interno e’ decorato ed arricchito da un imponete organo con quattromila canne e svariate figure che si muovono (angeli, putti e suonatori). Un prete fa un piccolo discorso in tedesco (non siamo gli unici visitatori) quindi prende la parola un cardinale (sempre tedesco) e finalmente, alle quattro meno venti, 
inizia uno strepitoso concerto. A differenza del precedente, basato quasi esclusivamente su musiche sacre, questo parte con la nona sinfonia di Beetowen, prosegue con il Nabucco ed altre arie famose e conclude con l’Ave Maria. Usciamo piacevolmente sorpresi dalla ricchezza del concerto, risaliamo in camper, facciamo qualche chilometro verso nord e ci fermiamo a Bartosice, in un grande spiazzo con il fondo di cemento. Ci disponiamo a quadrato lasciando un’ampia zona libera al centro. Romano comincia ad agitarsi con i suoi pentoloni, noi tiriamo fuori le sedie ed il tavolino. Verso le sette inizia la festa; prima l’aperitivo, poi le premiazioni delle coppie che hanno importanti ricorrenze in questo periodo poi la pasta di Romano e il solito porta party. Quando e' buio si accende un bel fuoco,
Bartosice. si prepara la festa

si monta il proiettore e si vedono i film che Enrico ha girato in Corsica.  Alle 23 il generatore finisce la benzina; si smonta tutto e si va a letto. 

09/09/05

Il sole splende, gli auspici sono buoni (oggi dovremmo fare solo un centinaio di chilometri) ma una strada (la 512, una quarantina di chilometri, da Bartosice a Pieniezno) si rivela quasi impraticabile. Dopo piu’ di un’ora di scossoni un nostro compagno di viaggio si sente male. Ci fermiamo nel cortile di un’azienda agricola (che ci ha gentilmente aperto il cancello) ed aspettiamo per piu’ di un’ora che il 

Frombork: il mar baltico
nostro compagno si riprenda.  Verso mezzogiorno arriviamo a Frombork, citta’ sul mar Baltico. Abbiamo circa tre ore di intervallo e ne approfittiamo per vedere il mare (giallognolo e non invitante), gustarci un paio di pescioloni fritti (passera di mare e merluzzo) e visitare un complesso ecclesiastico ove Copernico lavoro’ per piu’ di trent’anni. La chiesa non e’ nulla di speciale. Nel cortile c’e’ una torre all’interno della quale un sfera di circa 10 kg, pendente da un cavo lungo una trentina di metri, oscilla in continuazione e ripete l'esperimento di Focault, a dimostrazione della rotazione terrestre. Ripartiamo con l’idea di percorrere la strada costiera sino a Danzica. Sfortunatamente dopo pochi minuti Pino ci 

comunica che il radiatore del suo nuovissimo camper perde liquido e che e' costretto a cercare un’autofficina Fiat.  Scendiamo quindi ad Elbag (addio strada costiera) e ci fermiamo  ad aspettare che i meccanici riparino il mezzo. Dopo circa due ore Pino torna dicendo che non e’ disponibile il pezzo di ricambio e che pertanto dovra’ tornare in Italia con il radiatore rotto. (Dovra' quindi sostare frequentemente per rabboccare acqua). Sono ormai le 18,30. il sole sta scendendo e siamo a circa 50 chilometri da Danzica. Prendiamo la statale numero sette (molto trafficata ma con l’asfalto a posto) e cominciamo a correre come dei disperati. Verso le 19,30 siamo finalmente a Danzica, alle porte del campeggio. Le operazioni di ingresso e sistemazione durano quasi mezz’ora e quando alla fine siamo fermi nella nostra piazzola siamo esausti. Cena leggera e subito a letto.   

Frombork:  il complesso ecclesiastico

10/09/05

Giornata intensa. Alle 9 un pullman ci porta a spasso per la citta’. La guida, una graziosa biondina che parla un ottimo italiano, ci raccconta un po di storia e ci dice che Danzica e’ in realta’ formata da tre diverse citta’ la piu’ grande delle quali, Gdansk, conta circa mezzo milione di abitanti. Il pullman corre lungo una strada a tre corsie per senso di marcia (la prima che vediamo da quando siamo in Polonia) e ci porta sino alla citta’ situata piu’ a ovest, trecentomila abitanti ed ex porto polacco (costruito tra le due guerre, ai tempi in cui Gdansk era una citta’ libera e quindi non propriamente Polacca). Non possiamo fermarci poiche’ e’ in corso 

Danzica: gli edifici ricostruiti
Danzica: la via principale
una manifestazione miltare (sembra una parata) per cui ci limitiamo ad osservare gli anonimi casermoni che costituiscono la citta’. Torniamo indietro e ci fermiamo in una piccolissima citta’ intermedia tra le due (cinquantamila abitanti) che e’ diventata una citta’ balneare. Andiamo in spiaggia e ci accorgiamo che non e’ diversa da Rimini: stessa sabbia, stessi alberghi e stessi stabilimenti balneari. Anche il mare e’ sporco come a Rimini (qui’ le alghe sono verdi e non marroni) ma in compenso e’ forse un po’ piu’ freddo. L’autobus ci riporta a Gdansk passando per i cantieri navali che hanno fatto la storia recente del paese e per la casa di Lech Walesa (un’anonima villetta in un quartiere elegante). Il centro 

storico di Gdansk e’ spettacolare. E’ stato interamente ricostruito dopo l’ultima guerra ed ora appare come una tipica citta’ nordica: case a due o tre piani affiancate l’una all’altra, tetti spioventi e vistose decorazioni sulla facciata. Chiese  enormi, alleggerite da slanciati campanili e innumerevoli guglie che si proiettano verso il cielo.  Al termine della visita la guida ci porta in un laboratorio ove, dice, si lavora l’ambra. In realta’ si tratta di una trappola per turisti, ove si vende chincaglieria a prezzi assurdi. Usciamo dal laboratorio, percorriamo la via che costeggia un canale (sul quale si sta svolgendo una gara di cannottieri) ed entriamo in un altro negozio di oggetti d’ambra. Stessi prodotti ma prezzi notevolmente diversi.  Torniamo ai camper, pranziamo e sono subito le 14. Poco dopo ci si rimette in marcia verso Torun. Comincia il ritorno e si fa rotta verso sud. Poco dopo la partenza ci si ferma ad un distributore per fare gasolio. Dopo altri cinquanta km ci si ferma ad un supermercato per fare altri rifornimenti. All'uscita dal supermercato comincia ad imbrunire. Saliamo sul camper e ci muoviamo, piuttosto velocemente, verso sud. Arriviamo a Tourn alle 20,30. sbagliamo strada, torniamo indietro, troviamo il parcheggio sotto un ponte sulla Vistola e ci sistemiamo. Dopo cena Natale esce per fare quattro passi. La citta’ e’ illuminata e piena di giovani che passeggiano, si trovano, bevono birra ed entrano nelle discoteche. Natale ciondola per circa un’oretta e poi torna alla base.     

11/09/05

Altra giornata intensa. Al mattino troviamo la guida che ci porta a spasso per la citta. Torun e’ una citta’ medioevale che non ha subito particolari distruzioni durante l’ultima guerra. E' stata pero' bombardata 

Torun: sosta lungo la Vistola 
dagli scandinavi verso la meta’ del settecento. Conserva una bella piazza, una grande chiesa (il cui interno e’ stato parzialmente rovinato dalla temporanea occupazione dei protestanti) ed alcuni edifici sei/settecenteschi abbastanza simili a quelli gia visti a Gdansk (questi pero' sono originali). La citta' ha dato i natali a Copernico (rimasto qui’ sino all’eta’ di quattordici anni) e le pasticcerie producono alcuni particolari biscotti allo zenzero chiamati pierinki. Durante la visita facciamo il pieno di biscotti, ascoltiamo distrattamente la guida che ci parla dei cavalieri teutonici e delle loro nefandezze e badiamo a non bagnarci troppo: il tempo sta cambiando e la mattinata  e’ segnata da brevi ma frequenti accenni di pioggia. A mezzogiorno abbiamo finito il giro. Aspetttiamo mezz’ora poi ci infiliamo in un ristorante per un pranzo tipico: antipasto a base di aringhe salate/affumicate condite con olio e cipolle crude tagliate a dadini; minestra di patate, funghi e wrustel;
 cotolette con patate bollite e crauti caldi (piatto discreto), dolce ricoperto di panna e birra in quantita’ industriali. Nel complesso un pasto gradevole. Dopo pranzo torniamo lentamente al campeggio e ci accorgiamo che le serrature di alcuni camper sono state oggetto di atti vandalici (qualcuno ha infilato dei rametti nella toppa). Protestiamo, senza successo con la direzione del parcheggio (che per la sosta ha voluto quaranta zloti a camper). Chiamiamo la polizia e aspettiamo che qualcuno si faccia vivo. Dopo le proteste con la polizia ci rimettiamo in marcia (dobbiamo fare piu’ di trecento chilometri). Perdiamo un po’ di tempo ai semafori e quando siamo fuori dalla citta’ sono gia’ le 16,30. Corriamo un po’ su di una strada a due corsie (la migliore che abbiamo trovato sinora) e a Lodtz ci fermiamo una decina di minuti per una ’sosta 
Torun: la cattedrale

tecnica’. Riprendiamo che e’ quasi buio. Spendiamo quaranta minuti per attraversare Lodtz e quando finalmente siamo sull’autostrada (l’unica della Polonia) e’ ormai buio. Corriamo veloci. I primi sessanta chilometri sono coperti da una vera autostrada che poi si trasforma in supestrada (con tanto di incroci e semafori). Ad un semaforo Giulio (il camper numero 15) resta un po’ indietro. Il gruppetto di testa non rallenta e Giulio (insieme a tutti i camper successivi) e’ poi costretto ad una folle corsa per riprendere il contatto. E’ tardi, siamo stanchi, abbiamo fame e ogni motivo e’ buono per protestare. Nasce quindi un piccolo litigio radiofonico tra Giulio e Annamaria. Verso le 22 arriviamo finalmente a Czestochowa ed al campeggio. 

12/09/05  

Czestochowa: la nostra guida
Alle nove abbiamo appuntamento con la guida per la visita al santuario. Si presenta una suora francescana (una filippina di circa quarant’anni che ha passato venti anni in Italia) che ci porta a spasso per la basilica. Ci  mostra la sala dei cavalieri (un salone di rappresentanza con alcuni quadri), la basilica minore con il quadro della madonna nera e tutti gli ex voto (il percorso di visita prevede il passaggio a lato dell’altare, anche mentre i sacerdoti dicono messa) la basilica maggiore, barocca, riccamente decorata e con un imponente organo (ci viene il sospetto che in Polonia le chiese siano classificate in funzione delle dimensioni dell’organo...). Visitiamo quindi la stanza del tesoro (la raccolta degli ex voto piu’ costosi) ed un piccolo museo che espone, tra le altre cose, anche gli oggetti
regalati dagli ascoltatori di radio Maria. A questo punto, visto il basso livello che ha ormai preso la visita, ci stacchiamo dal gruppo e andiamo alla ricerca di un panificio. Tornati al campeggio decidiamo di investire gli ultimi zloti in un pranzo al ristorante. Mangiamo, tanto per cambiare, come di porcellini: prima ravioloni ripieni di carne e verdure cotti a vapore e poi un piatto a base di carne arrotolata su di una fetta di pancetta a sua volta arrotolata su di una cipolla. Il piatto e’ accompagnato da verdure di stagione (tra cui le solite cipolle crude) ed e' innaffiato di birra. Nel pomeriggio, dopo un sonnellinno, riprendiamo la marcia. Facciamo un po’ di confusione nel prendere la strada per Oswiecim (Auschwitz) e ma alla fine siamo tutti in fila e corriamo verso sud/est. Ad Oswiecim non ci fermiamo ma proseguiamo fino a Wadowice (citta natale del vecchio papa) con l’idea di visitarla l’indomani mattina. E’ ancora abbastanza presto e un gruppetto (una ventina di persone) trova un ristorante e passa la serata in compagnia. Noi, dopo cena, raggiungiamo Salvatore nel suo camper per fare quattro chiacchiere.      
Czestochowa: la Madonna Nera

13/09/05

Pioviggina. Al mattino usciamo dal camper con l’ombrello. Il gruppo principale va a visitare la casa natale del papa e la chiesa in cui e’ stato battezzato. Noi preferiamo gironzolare per la cittadina. Incappiamo in un mercato e diamo fondo ai nostri ultimi zloti. Comperiamo un po’ di formaggio di pecora (siamo tornati nella zona dei monti Tatra) e una camicetta per Anna. Verso le 10,30 partiamo e raggiungiamo Aushwitz. Giriamo per il museo del campo e ne usciamo rattristati. Dopo pranzo salutiamo tutto il gruppo ed insieme a tre 

In viaggio verso Praga
coppie di amici (Clemente, Giampaolo e Salvatore) ci dirigiamo verso Praga. Facciamo un po’ di confusione per imboccare la strada giusta ed il risultato e’ che, dopo circa mezzora, incrociamo la colonna degli altri 19 camper che stanno ritornando in Italia. Nuovi saluti radiofonici e strombazzamenti. Raggiungiamo la frontiera con la repubblica Ceca, compriamo il bollino autostradale (piu’ di 10 euro) facciamo cambiare qualche soldo e ci rimettiamo in marcia. Verso le otto siamo nei pressi di Brno. Parcheggiamo in una piazzola sull’autostrada, ceniamo con calma e dopo cena ci troviamo per definire il programma per l’indomani. Comperiamo una cartina 

dettagliata della citta' e finalmente, riusciamo ad individuare un campeggio e a definire un possibile percorso. Facciamo ancora quattro chiacchiere e poi ciascuno nel proprio camper, pronti per la notte. 

14/09/05

Si preannuncia una giornata di sole. Partiamo verso le nove e siamo  a Praga prima di mezzogiorno. Ci perdiamo, ritroviamo la strada, troviamo il campeggio ma e’ chiuso. Ci dirigiamo verso un secondo 

campeggio sulla strada Trojsca, a nord della citta’ e lo troviamo aperto. E’ un bel campeggio, piccolo, silenzioso e confortevole. Ci sistemiamo (450 corone al giorno, circa 18 euro), ci riposiamo e verso le cinque di sera siamo pronti per uscire. Prendiamo l’autobus (quattro fermate), la metropolitana (quattro fermate) e siamo in centro. Camminiamo lentamente verso la zona vecchia ove e’ situata la piazza principale (staromèstské nàmésti)  e mano a mano che ci avviciniamo alla piazza aumenta la folla di persone che passeggiano. Quando arriviamo restiamo a bocca aperta. Lo sguardo d’insieme e’ imponente e affascinante: una prima fila di edifici  settecenteschi perfettamente conservati e’ sormontata dalle torri gotiche incredibilmente slanciate di una chiesa . La piazza e’ affollata. 
Praga
Praga: una foto sulla staromèstské nàmésti

Qualcuno suona, qualcun’altro canta, altri sono seduti ai tavolini dei numerosi locali altri ancora, infine, guardano gli oggetti esposti nei chioschi che si aprono sul lato est. Imbocchiamo la via Carlowa, una via stretta, lunga e tortuosa che porta la ponte Carlo. La via, quasi tutta pedonale, assomiglia alla rambla di Barcelllona: una fila continua di negozietti che vendono di tutto ma, soprattutto, oggetti per turisti. A differenza degli analoghi negozietti di altre citta’ qui, oltre agli orafi, alle birrerie e ai negozi di abbigliamento trovano posto anche botteghe che vendono due particolari tipi di oggetti: le marionette che, non sappiamo per quale motivo, sembra siano un prodotto tipico della citta e i cristalli (Praga e pur sempre la principale citta’ della Boemia). Sulla via Carolwa i prezzi degli oggetti di cristallo sono spudorati. 

Appena solo al di la del ponte sulla Moldova, in Mala Strana, i prezzi dei medesimi oggetti sono molto piu’ bassi. Alla fine della via, quasi improvvisamente, ci troviamo di fronte ad un arco sormontato da due torri. Al di la’ dell’arco siamo sul ponte Carlo: un ponte pedonale in pietra, risalente forse al XIII secolo, splendido sotto il profilo architettonico e splendidamente decorato. Percorriamo il ponte e quando siamo a meta’ rimaniamo ancora una volta senza fiato. Da una parte la citta’ vecchia, con i suoi palazzi e le sue chiese, dall’altra parte il quartiere di Mala Strana e, su di una collina, il castello (non un castello di tipo militare ma un palazzo reale, decorato ed abbellito da guglie e campanili). Dopo qualche minuto di contemplazione 

Praga: la via Parigi
Praga: una foto ricordo
ritorniamo ad argomenti terreni e ci mettiamo alla ricerca di un ristorante. Ricaviamo da una guida turistica (che ci ha prestato Annamaria) il nome di un vicino ristorante. Riusciamo a localizzarlo e a raggiungerlo. Il menu’ ci sembra invitante ed entriamo. Passiamo una bella serata. Un piatto tipico e abbondante composto da tre tipi di carne di maiale (tra cui anche una fetta di qualcosa che sembrava essere il famoso prosciutto) accompagnate da crauti (agrodolci), gnocchi di patate e gnocchi di pane. Birra a fiumi, digestivo (un amaro ad alta gradazione) e accompagnamento musicale (un vecchietto che suona la fisarmonica). Il tutto per settecento corone a coppia (circa 26 euro).  Usciti dal 

ristorante decidiamo di tornare a piedi sino alla piazza principale, per poter ammirare la citta’ illuminata. Se la passeggiata al tramonto era stata suggestiva la passeggiata notturna ci lascia ammutoliti. Ovunque si guarda e’ uno spettacolo. Le luci (di vario colore: dal giallo, al grigio al verde, a seconda dei palazzi) evidenziano in maniera ancora piu’ marcata, le guglie, le torri, le finestre, i portali dei palazzi, le arcate e i monumenti. La via Carlova e la piazza principale sembrano, se possibile ancora piu’ affollate di prima. Verso le 22,30 raggiungiamo una stazione della metropolitana ci infiliamo su di un treno, facciamo qualche trasbordo ed i poco piu’ di trenta minuti siamo al campeggio. 

15/09/05

Giornata di sole. Alle 9 lasciamo il campeggio e arriviamo in fretta in centro. Ci rechiamo in un’agenzia che organizza visite guidate e prenotiano un tour fluviale, con pranzo a bordo. L’appuntamento e’ per le 

11,30; mancano quasi due ore e ne approfittiamo per visitare la piazza principale della citta’ e le zone limitrofe. Costruzioni gotiche si alternano a palazzi e chiese barocche; in qualche caso si trovano contemporaneamente i due stili: la chiesa di Tyn (la chiesa con i campanili slanciati che sovrastano la piazza principale) e’ gotica all’esterno, con arcate, torri e guglie mentre e’ barocca all’interno, con statue, soffitti affrescati e appesantiti da cornici dorate.  La piazza presenta, al centro una monumento dedicato ad alcuni patrioti morti a seguito di un’insurrezione contro gli Asburgo.
Il complesso e’ piuttosto grande e ricorda piu’ un diorama che un monumento. Di fronte alla chiesa sorge il palazzo del municipio con un torrione di oltre sessanta metri e un portale finemente decorato. Dalla piazza si dipartono alcune importanti vie alcune delle quali (la via Parigi e la via Carlowa, detta anche cammino reale) portano a due ponti sulla Moldava. Visitiamo un cortile che sorge alle spalle del duomo e ci fermiamo in un bar a prendere un caffe’.  Verso le 11,30 una graziosa ragazza che parla inglese, tedesco e italiano ci accompagna al battello. Durante il percorso, lungo la via Parigi, ci racconta alcune cose sui principali edifici della via (la via attraversa la zona elegante del quartiere 
ebraico). Il battelliere ci accoglie con un bicchiere di Becherovka (il liquore nazionale, piuttosto forte, che funge da aperitivo e da digestivo) e il battello parte quasi subito (saremo in tutto una trentina di persone). Durante la navigazione la guida ci racconta un po’ di storia della repubblica frammista alla storia degli edifici ed agli usi e costumi locali. Dopo qualche minuto il battello si infila in una chiusa (per consentire l’innalzamento necessario per superare il dislivello del fiume nella zona della citta’). Durante al pausa nella chiusa si pranza. Il pranzo e’ a buffet ed e’ oltre che ricco, anche buono. C’e’ un po’ di tutto cominciamo con 
Praga: la gita in battello

un po’ di verdure e svariati tipi di carne di maiale, proseguiamo con altre verdure e pollo, continuiamo con del pesce mescolato con cipolle o altre amenita’ del genere e concludiamo con formaggio e pasticcini. Dopo pranzo becherovka per tutti e conclusione del giro in battello.  Tra le particolarita’ osservate dal fiume merita di essere ricordato un gigantesco metronomo, costruito sul basamento ove alcuni anni or sono si ergeva una enorme statua di Stalin (di oltre trenta metri).  Dopo la gita il gruppo si scioglie. Noi torniamo nella piazza principale, saliamo sulla torre del municipio e osserviamo la citta’ dall’alto. Scendiamo, imbocchiamo una via (la via Celtna) che ci porta ad un torrione che, con ogni probabilita’ sorgeva sopra una delle porte di accesso alla citta’. Il torrione, pur essendo una struttura di tipo militare, e’, tanto per cambiare, molto ricco. E’ in stile gotico ed ornato da finestre decorate e da statue con inserti in oro.  Fuori dalla porta si apre una piazza con un paio di teatri (anche questi piuttosto monumentali), una stazione della metropolitana ed un supermercato. Ci infiliamo nel supermercato per comperare un po’ di pane e una confezione di latte. Ne usciamo carichi come somari e con svariate bottiglie di becherovka.  Prendiamo la metropolitana e in pochi minuti siamo al campeggio. La serata passa piuttosto tranquilla.  Dopo cena ci uniamo ai nostri compagni di viaggio per un caffe’ e quattro chiacchiere.  

16/09/05  

Giornata nuvolosa. Doccia, colazione e verso le 9,30 partiamo con ombrello e kway. Alle 10,30 siamo dalle parti del castello. Visitiamo la basilica della madonna di Loreto e la casa della Madonna. Si tratta in realta’ di un clamoroso falso storico ma qui’ credono che la casa della Madonna sia stata, quasi per magia, trasportata in Italia e da qui’ a Praga. Intorno alla casa, una stanza piuttosto dismessa, e’ stata costruita una protezione finemente decorata (un parallelepipedo di marmo decorato in ogni sua parte con bassorilevi, statue e motivi barocchi). Dietro la casa della madonna sorge la basilica, con il solito organo e l’altare contornato da statue dorate. La cosa, a nostro avviso piu’ interessante del complesso e’ la stanza del tesoro. Non avevamo mai visto nulla di simile. Si tratta in realta’ di un vero tesoro, quasi
La casa della Madonna di Loreto
 inimmaginabile. Ben protetti da sistemi di allarme e lastroni di vetro sono esposti i doni che nei secoli sono stati fatti alla madonna di Loreto. Tutti gli oggetti sono in qualche modo legati alla religione (ostensori, calici, vestiti sacerdotali, tiare ecc..). Tutto normale se non fosse per la incredibile quantita’ di oro, diamanti e perle. Abbiamo visto una teca di oro massiccio, dal cui centro si dipartivano numerosi raggi (anche questi d’oro massiccio) tempestati di diamanti. Centinaia, forse migliaia di diamanti il piu’ piccolo dei quali aveva le dimensioni di un chicco di riso ed il piu’ grande quelle di una nocciola.  Usciamo e ci 
incamminiamo verso il castello. Arriviamo che manca poco a mezzogiorno e vediamo che sono in corso i preparativi per il cambio della guardia. Aspettiamo qualche minuto e, preceduto dalla musica di un fanfara, arriva un plotone di soldati con uniformi piuttosto scenografiche. Rulli di tamburi, trombe, stendardi, movimenti di spade e marce solenni. Nel giro di una ventina di minuti si completa la cerimonia.  Visto che e’ ormai passato mezzogiorno ci dirigiamo verso uno dei numerosi bar che circondano il complesso monumentale, ci sediamo e ordiniamo un menu che, in teoria, sarebbe dovuto costare 170 corone (circa sei euro). Natale prende un piatto a base di gulash mentre Anna prende un piatto a base di pollo (tutto ben confezionato, con contorno di patate, pane, cipolle e altre amenita’). A fine pranzo prendiamo il caffe’ ed al momento del conto ci troviamo a dover sborsare quattrocento corone a testa (circa 16 euro). In assoluto una cifra onesta (se paragonata ai prezzi dei nostri ristoranti) ma incredibilmente lontana dal prezzo pubblicizzato. Non ci facciamo il sangue amaro e ci dirigiamo 
verso il castello.  Decidiamo di fare la visita breve: cattedrale di San Vito, torre, castello vecchio e golden lane. La cattedrale di San Vito e’ monumentale, gotica all’esterno e barocca all’interno (solo le navate, molto alte con finestroni lunghi e colorati, mantengono lo stile gotico). La chiesa e’ composta da diverse cappelle dedicate ai vari santi. Tutte le cappelle sono decorate e belle a vedersi. Scendiamo nella cripta ove sono conservate le tombe di alcuni re (nulla di interessante) e poi saliamo sino in cima alla torre (Natale sale con Gianpaolo, Maria Teresa e Clemente mentre Anna e Patrizia preferscono aspettare giu’). Dopo 280 scalini si arriva ad una stretta balconata da cui si puo’ ammirare il panorama della citta’, della Moldava e dei suoi ponti. Dopo la visita alla chiesa entriamo nel castello vecchio. L’elemento piu’ interessante e’ un’enorme salone con il soffito ad arcate costruito nel 1300 e presentato,  con una punta di orgoglio, come la piu’ grande sala coperta costruita a nord delle alpi prima del 18 secolo. In realta’ la sala e’ molto grande e spoglia. Nessun affresco ed il pavimento e’ di legno. La sala e’ servita nel tempo, come sala delle udienze, sala delle feste,
Praga: il salone del castello
Praga: vista dalla torre del castello
sala per tornei cavallereschi e come mercato di articoli preziosi.  Il castello presenta altri saloni e terrazzi, nessuno dei quali sembra, a nostro avviso, particolarmente interessante. Piu’ interessante, invece, la Golden Lane. Si tratta di una piccola via, sempre all’interno del complesso monumentale, su cui si affacciano numerose abitazioni tinteggiate di diversi colori. Erano, in passato, le residenze dei servitori di rango (pittori, scrittori (vi soggiorno’ anche Kafka), musicisiti, orafi ecc.).  Ora tutte le abitazioni sono state trasformate in negozietti che vendono articoli per turisti. Sopra le abitazioni e’ stato ricavato un locale lungo e stretto (doveva essere il camminamento sugli spalti del muro di cinta) trasformato in una specie di museo di armature ed antichi 

oggetti militari: decine di armature in ferro, picche, spade, archibugi e balestre (abbiamo anche visto una specie di sala delle torture con alcune inverosimili macchine). Usciti dal castello ci attardiamo un po’ per comperare qualche ricordo. Scendiamo lentamente verso la citta’ (il castello sorge su di una collina), passiamo la Moldava e ci accingiamo a visitare il quartiere ebraico. Comincia a piovere e ci ripariamo sotto ad un balcone. Quando la pioggia diminuisce raggiungiamo l’entrata del cimitero (il cui ingresso e’ ovviamente, a pagamento) ma ci dicono che ormai e’ troppo tardi. Cerchiamo di entrare in una sinagoga ma oggi e’ venerdi e le sinagoghe sono chiuse. Dobbiamo quindi rinuciare alla vista degli ambienti ebraici. Camminiamo un po’ lungo le strade del quartiere (bei palazzi recentemente restaurati e ricchi negozi)  e raggiungiamo la piazza principale. Cerchiamo di visitare il comune antico. E’ tardi ma ci fanno comunque entrare. Ci accompagna una guida che parla solo inglese e spagnolo. Il risultato e’ piuttosto buffo. La guida ci accompagna nelle varie sale. Ci piazza in mano un foglio in italiano a commento della sala e completa il commento un po’ in spagnolo ed un po’ in inglese. Visitiamo le varie sale comunali (ora non piu’ in uso) alcune delle quali sono arricchite da dipinti, mosaici e mobili d’epoca. Visitiamo anche le cantine (non sappiamo per quale motivo) e verso le 17,30 concludiamo la visita. Usciamo e troviamo pioggia insistente. Raggiungiamo rapidamente una stazione delle metropolitana ed in poco piu’ di mezzora siamo alla base. La sera passa senza problemi. Avremmo voluto trovarci con gli altri ma la pioggia e la stanchezza hanno, di fatto, impedito ogni incontro. Ciascuno passa la serata nel suo camper (noi abbiamo anche acceso la stufa).

17/09/05

Giornata di trasferimento. Verso le nove e mezza ci mettiamo in viaggio. Pasticciamo un po’ per uscire dalla citta’. Ci fermiamo per chiedere informazioni ad un vigile. Noi chiediamo informazioni lui invece ci chiede quaranta euro a camper poiche’, a suo parere, abbiamo commesso una qualche infrazione (Ci sembra di aver capito che abbiamo invaso una corsia riservata). Ci fa il verbale, paghiamo i quaranta euro e lui ci consegna dei fogliettini bollati del valore di 100 corone l’uno (in totale 1000 corone a camper). Riprendiamo la marcia con le idee chiare e finalmente siamo sulla E50 che, nel giro di un ora, ci porta a Plzin (qualcuno dice che sia la patria della birra pilsen). Superiamo la citta’ e dopo una trentina di minuti arriviamo in un paese di frontiera. Vista l’ora decidiamo di uscire per pranzare magari nell’area di un supermercato, in modo da spendere le residue corone rimaste nelle nostre tasche. Non troviamo nessun supermercato ma una graziosa e pulita cittadina la cui unica attivita’ sembra essere quella dell’intrattenimento: discoteche e night club si susseguono uno vicino all’altro. Vista la vicinanza con la frontiera tedesca e le leggi dei paesi dell’est, piuttosto liberali in materia di sesso,  abbiamo il dubbio che la musica non sia l’unico prodotto smerciato all’interno di questi locali. Ci accampiamo in un autoparco circondato da una miriade di gabbiotti di lamiera in cui una moltitudine di cinesi vende (o cerca di vendere) generi di abbigliamento, scarpe e sigarette di contrabbando. I prodotti in vendita sono di pessima qualita’ e privi di prezzo. Non abbiamo voglia di intavolare trattative per risparmiare qualche euro e pertano diamo fondo alle nostre riserve di corone comperando, in un negozio ‘legale’, una bottiglia di Becherovka e qualche pacchetto di sigarette.  Dopo pranzo entriamo in Germania. E’ una galoppata verso sud. l’autostrada e’ piuttosto intasata; arriviamo  a Monaco e la superiamo, arriviamo al confine con l’Austria e andiamo oltre. Nelle vicinaze di Insbruk ci separiamo: Gianpaolo e Clemente decidono di fermarsi in citta’ e, magari, di fare un giro l’indomani mattina. Salvatore intende proseguire. Visto il tempo e l’ora (piove ed e’ ormai l’imbrunire) decidiamo di seguire Salvatore. Passiamo il Brennero e ci fermiamo in un autoparco dalle parti di Vipiteno. Telefoniamo ai ragazzi, pranziamo e concludiamo la serata. L'indomani concluderemo il viaggio.  

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