Oggi e’ giorno di rientro (e’ l’ultimo sabato del mese) per i vacanzieri provenienti da Croazia e Slovenia. Verso le 16 usciamo, come da indicazioni, a Pontebba e in pochi minuti siamo a Valbruna. All’inzio del paese scorgiamo alcuni camper davanti ad un bar (riconosciano Giulio e Alfonsino, amici conosciuti in precedenti viaggi). Pensiamo di essere sulla strada giusta e che questi compagni di viaggio siano scesi in paese per prendere un caffe’. Proseguiamo e dopo pochi minuti ci ritroviamo fuori dal paese sulla statale 13, diretti verso il confine. Evidentemente abbiamo sbagliato strada. Giriamo il camper e torniamo indietro. Lungo la strada ritroviamo Giulio e Alfonsino che non erano scesi per prendere un caffe’ ma piu’ semplicemente si erano persi, esattamente come noi. Ci viene in mente di |
festicciola ci registriamo (per questo viaggio siamo il numero 22, abbastanza in fondo alla colonna) e ci ritiriamo per cenare. Dopo cena non e’ previsto alcun incontro ma alcuni camperisti, parcheggiati al nostro fianco (non facenti parte del nostro gruppo) organizzano una serata musicale: qualcuno suona una chitarra ed altri cantano canzoni anni sessanta. La serata scorre via piacevolmente. 28/08/05 Sveglia all’alba. Alle 7,30 siamo pronti per partire. Oggi e’ una giornata dura: il piano di viaggio prevede 450 km e l’attraversamento di due frontiere. In breve siamo alla valico con l’Austria. Poco prima del passo ci fermiamo qualche minuto per applicare la vetrofania della ‘vignette’ il bollino autostradale austriaco che Enrico ci ha procurato (ventidue euro a camper). Il passo non e’ presidiato. Passiamo e siamo in Austria. Il panorama inizialmente assomiglia a quello del trentino: montagne, prati e abetaie. Saliamo fino a 1100 metri e poi iniziamo a scendere. Mano a mano che scendiamo il paesaggio cambia: alle montagne ed ai pini si sostituiscono vallate coltivate e boschi di latifoglie. L’autostrada e’ abbastanza libera e filiamo via senza problemi. Pino prova a tenere una media di 100 km/ora ma a questa velocita’ la carovana si diluisce e diventa lunga piu’ di due km, con problemi di portata dei CB. diminuisce quindi la velocita’ a 90 k/h e tutto fila liscio. Alle 11 facciamo una pausa per il caffe’ seguita, alle 13, da una piu’ lunga per il pranzo. Alle 14 siamo ormai nei sobborghi di Vienna. Il traffico diventa piu’ inteso e la velocita’ tende a diminuire. superiamo Vienna e ci incamminiamo verso Bratislava. La frontiera con la repubblica Slovacca e’ un po’ meno leggera: Annamaria consegna la lista delle persone e una guardia di frontiera controlla le carte d’identita’. Passiamo comunque velocemente e in pochi minuti siamo tutti in territorio Slovacco. Applichiamo il bollino autostradale slovacco (sette euro) e corriamo verso Bratislava (che vista da lontano, sembra una citta’ senz’anima: solo centri commerciali e falansteri popolari). Superiamo il Danubio e ci fermiamo ad un distributore per rifare il pieno. Restiamo senza fiato: il gasolio costa 1,22 euro al litro e, considerando anche il livello di vita della popolazione, |
Oggi e’ un’altra giornata di trasferimento. Ci mettiamo in marcia verso le 8 e ci dirigiamo a nord verso Zilina. Lasciamo quasi subito la pianura e ci addentriamo, passando per i fondovalle, nel complesso dei monti Tatra. Percorriamo una strada secondaria che costeggia (o e’ addirittura all’interno) il parco nazionale Narowdy. Il panorama e’ bello. A volte la strada sale (abbiamo fatto anche un migliaio di metri in prima) altre volte e’ pianeggiante. Si sale sino a 1100 metri attraversando villaggi e campi coltivati. Oltre al mais ed al grano (ormai gia’ tagliato) si vedono pascoli, campi di patate, di cavoli e di una verdura a foglie larghe simile alle nostre bietole, ma di colore rossastro. Oggi in Slovacchia e’ una giornata festiva e si vedono molte persone al lavoro negli orti, intente a raccoglire patate o a tagliare l’erba. I campi sono strani. Non si vedono grandi appezzamenti ma strisce larghe una decina di metri e |
persone ma le strade (almeno in questa zona della Polonia) sono decisamente migliori. Ci stiamo avvicinando a Zakopane, considerata la Cervinia locale. Poco prima di entrare in citta’ ci fermiamo per fare colazione in uno spiazzo sterrato ai margini di uno degli ingressi al parco nazionale. Prima di colazione incontriamo una suora che parla italiano e che si offre di cambiarci gli euro in zloti (con un cambio assolutamente onesto di quattro zloti per un euro). Cambiamo e decidiamo di provare un ristorante locale. Sempre con l’aiuto della suora scegliamo un menu’ a base di carne di maiale (un piatto unico con contorno di patate arrostite, verdura condita con yogourt e salsa piccante) seguito da un dolce (una specie di strudel sormontato da un po’ di gelato). Alla fine del pranzo ci vengono chiesti poco piu’ di 7 euro a testa. Ci rimettiamo in moto ed in pochi minuti siamo a Zakopane. Troviamo il campeggio e ci sistemiamo. E’ abbastanza presto e decidiamo, insieme a Clemente e Alfonsino, di fare un giro in citta’. La citta’ e’ pulita, affollata e piena di negozi. Qui’ i turisti (molti Tedeschi e Inglesi) fanno la bella vita spendendo pochissimo. Il cambio e’ favorevole. Possiamo dire che uno zloti assomiglia, per potere d’acquisto sui prodotti locali, alle 1.000 lire ante euro (di fatto oggi al ristorante abbiamo pranzato bene spendendo non piu’ 30 zloti a testa). I prodotti locali fanno girare la testa. Lungo la via principale ci sono banchetti che vendono uno squisito formaggio in pani decorati (due o |
30/08/05 Giornata di sole. Alle 9,30 arriva un autobus, una guida parlante Italiano che ci accompagnera’ per tutto il tour ed una guida locale (che non parla italiano) che ci accompagnera’ nel tour di Zakopane (l’idea e’ che la guida locale parli con l’altra guida che, a sua volta, traduce per noi). Zakopane e', come gia' detto, una citta' turistica; e' chiamata la ‘capitale invernale’ della Polonia ed e', almeno |
zattere.
Dopo cena, raggiungiamo Alfonsino nel suo camper e passiamo la serata
insieme a lui, a Clemente ed alle rispettive mogli. 31/08/05 La mattinata e’ umida e nebbiosa. Verso le nove e mezza esce un po’ di sole. Ci imbarchiamo su cinque zatteroni (12 persone per ogni zattera) e scendiamo lungo il Dunajec. Il fiume corre in alcuni punti veloce e le zattere qualche volta urtano contro i sassi del fondo. Ci arriva qualche spruzzo di acqua in faccia ma niente di piu’ (si tratta di una versione addolcita del rafting). Il panorama e' |
alti mentre quelle di minor spessore emettono suoni bassi.
Raggiungiamo Nowy Trag e ci sistemiamo
in uno spiazzo
sterrato a lato di un fiume. Natale esce subito alla ricerca di un internet
cafe’. Non lo trova ma vede, in compenso, una cittadina vivace, con il centro
pieno di negozi, banche, bar e ristoranti. 01/09/05 Al mattino presto (e’ ancora buio) cominciano ad arrivare i furgoni dei commercianti. Fanno un po’ di rumore, ci svegliamo ma cerchiamo di resistere sino alle sette e mezzo. Quando usciamo vediamo che siamo circondati da automobili e da banchetti del mercato. Un posteggiatore si avvicina e ci chiede 20 |
Polacchi ed in parte Slovacchi; i prezzi sono esposti nelle due
divise e qualche volta in una sola divisa (la corona slovacca). Questa
confusione genera qualche equivoco (una corona slovacca vale 1/10 di uno zloti) ma alla fine tutto e’ chiaro. Alcuni compagni di viaggio sono
presi dalla foga degli acquisti ed acquistano di tutto. Anche noi, nel
nostro piccolo, non ci tiriamo indietro: oltre ad un po’ di verdura comperiamo una lama di ricambio della sega circolare (che probabilmente
Natale non usera’
mai) ed una composizione di aglio intrecciato con fiori secchi di diversi colori,
adatta a decorare un qualche angolo della cucina. Durante il giro al mercato Anna perde il suo giubbino trapuntato. Non una
grave perdita, se non fosse che in una delle tasche aveva messo le chiavi di
riserva del camper ed il secondo telecomando dell'antifurto.
Verso le quattro ci rimettiamo in moto (previo versamento dei 20 zloti di
parcheggio). Una parte della carovana
si perde quasi subito, poi ci ritroviamo e proseguiamo in colonna. Ci fermiamo ad un
distributore ma non c’e’ gasolio per tutti; ci fermiamo ad un secondo
distributore e facciamo il pieno. C’e’ molto traffico ed impieghiamo quasi
tre ore per coprire i 60 km che ci separano da Cracovia. Finalmente
arriviamo al campeggio e, al posto della prevista cena al ristorante (rimandata
ai laghi Masuri), prepariamo i tavoli e mangiamo patate polacche, bollite e
condite con olio e sale, insieme ad alcune fette di salame e mortadella. La
cena viene poi arricchita dal alcune canzoni russe e polacche (tra cui una
personale interpretazione dell’internazionale) cantate dalla nostra
guida/tenore.
02/09/05 Sveglia all’alba, doccia colazione e bus per il centro. Oggi si visita Cracovia. Il percorso dal parcheggio al centro mostra una citta’ vivace, con un traffico identico a quello di Milano. Il centro, invece, e’ un’oasi di pace. Il fossato attorno alle mura e' ora un parco che delimita una zona ricca di storia e di monumenti. Al parco incontriamo una guida che parla italiano e che ci porta a spasso per la citta’. Ci |
03/09/05 Alle 9 siamo gia’ in fila davanti all’ingresso della miniera. Siamo in tanti e ci dividono in due gruppi. Ogni gruppo ha una guida che parla italiano. Scendiamo, a piedi, sino al primo livello (circa 60 metri di profondita’). Ci accoglie uno spettacolo inusuale: vediamo le statue di sale alcuni minatori intenti a scavare. La visita si snoda in un percorso di circa tre km a diverse altezze. Alla fine saremo scesi a circa 110 metri e avremo visto statue di sale rappresentanti immagini sacre, storiche e di vita dei minatori. Impressionate una enorme chiesa sotterrane ed un’altrettanto grande sala per concerti. Oltre alle statue la visita offre la visione di alcune ultracentenarie impalcature in legno, perfettamente conservate dal sale, e di innumerevoli laghetti sotterranei coltivati apposta per ottenere acqua |
Cracovia si
e’ passati ad
una
pianura coltivata a tratti (o meglio, coltivata a strisce,
com’e’ d’uso in questa parte della Polonia). Il paesaggio ricorda quello
dell’Emilia: basso, piatto e verde. Una nota che lo differenzia sono le case,
con i tetti esageratamente spioventi. Lezajsk e’ una cittadina pulita, ordinata, con qualche
fabbrica, un supermercato e qualche negozio. La cosa strana e’ che
apparentemente isolata poiche' la cittadina piu' vicina e' ad almeno 30 km di
distanza. Dopo
cena sentiamo della musica rock provenire dalla chiesa. Entriamo e la troviamo
piena di gente che prega. La musica non proviene dalla chiesa ma da qualche
altra parte dietro la chiesa. Camminiamo a lungo per strade semibuie (funziona un
lampione su tre) ma non riusciamo a raggiungere la festa. Torniamo al camper,
andiamo a letto e poco dopo sentiamo il rumore dei fuochi artificiali. Alla fine
tutto tace e ci addormentiamo. 04/09/05 Alle 9 siamo pronti per vistare la chiesa. Apriamo la porta e ci accorgiamo che il parcheggio si e’ trasformato in un mercato. Comperiamo un po’ di frutta, andiamo in chiesa e la troviamo |
musica che, normalmente, e’
abbastanza piatta. L’unico pezzo che siamo stati in grado di riconoscere e’
stato un’Ave Maria che il maestro, peraltro, ha interpretato in maniera
piuttosto personale. Dopo il
concerto e la visita alla chiesa ci muoviamo verso Lublino, un centinaio di km
piu’ a nord. Ce la prendiamo con calma: facciamo il pieno, pranziamo e verso
le 17,30 arriviamo. A Lublino (citta’ di 300.000 abitanti) ci perdiamo
e chiediamo ad un tassista di accompagnarci al campeggio.
Il campeggio e’ fatisciente: mancano le prese di corrente, i servizi sembrano
ancora in costruzione e la piazzola di carico e scarico non e’
ottimale. Appena arrivati Natale scarica la bici e fa un giro sulle sponde di un
laghetto che confina con il campeggio. La serata si conclude con Romano che
prepara la pasta, il conseguente porta party (questa volta abbiamo avuto diversi
assaggi di wodka) e un giro di barzellette.
05/09/05 Alle 9 un pullman ci porta nel centro della citta. La guida (una signora vestita di bianco) ci racconta un po’ di storia (qualche sovrano e molte dominazioni) e ci porta a vistare il castello: un palazzotto con una torre circolare e una chiesetta. L’unica cosa degna di rilievo e’ la chiesa, il cui interno e' |
nord ovest. Raggiungiamo la cittadina di Kazimierz
Donly (che, a quanto sembra
e' famosa per le decorazioni che arricchiscono le sue abitazioni. Ci fermiamo
per qualche minuto ad ammirare la Vistola (che in questo punto e' maestosa)
e ci rimettiamo in marcia verso Belks Duzy, una cittadina ad una
cinquantina di km da Varsavia ove pernotteremo.
Verso le 20 e 30 ci avviamo verso un ristorante italiano (Ristorante la
Terrazza) ove ci attende una cena italo polacca (si incomincia con il vitello
tonnato, poi verdure alla griglia, ravioli di ricotta e spinaci, farfalline al
salmone, arrosto di maiale farcito di prugne, strogonoff (uno spezzatino piccante) flan di panna e un dolce locale
ripieno di confettura di mele). In nottata, sazi come non mai,
caracolliamo verso il camper. 06/09/05 |
07/09/05 Mattinata libera. C’e’ il sole (sotto questo punto di vista il viaggio e’ fortunato) e decidiamo di fare un giro in bici. Lasciamo quasi subito la strada principale (molto trafficata) e ci addentriamo nella |
birra. Torniamo ai camper. Apriamo una bottiglia di
vodka e tiriamo tardi chiacchierando e ridendo. 08/09/05 Ennesima giornata di sole. Partiamo verso le nove, viaggiamo un’oretta e ci fermiamo a Ketrzyn ove, durante la seconda guerra mondiale, la Germania aveva costruito il suo quartier generale. Visitiamo le |
si monta il proiettore e si vedono i film che Enrico ha girato in Corsica. Alle 23 il generatore finisce la benzina; si smonta tutto e si va a letto. 09/09/05 Il sole splende, gli auspici sono buoni (oggi dovremmo fare solo un centinaio di chilometri) ma una strada (la 512, una quarantina di chilometri, da Bartosice a Pieniezno) si rivela quasi impraticabile. Dopo piu’ di un’ora di scossoni un nostro compagno di viaggio si sente male. Ci fermiamo nel cortile di un’azienda agricola (che ci ha gentilmente aperto il cancello) ed aspettiamo per piu’ di un’ora che il |
storico
di Gdansk e’ spettacolare. E’ stato interamente ricostruito dopo l’ultima
guerra ed ora appare come una tipica citta’ nordica: case a due o tre piani
affiancate l’una all’altra, tetti spioventi e vistose decorazioni sulla
facciata. Chiese enormi,
alleggerite da slanciati campanili e
innumerevoli guglie che si proiettano verso il cielo.
Al termine della visita la guida ci porta in un laboratorio ove, dice, si
lavora l’ambra. In realta’ si tratta di una trappola per turisti, ove si
vende chincaglieria a prezzi assurdi. Usciamo dal laboratorio,
percorriamo la via che costeggia un canale (sul quale si sta svolgendo una gara
di cannottieri) ed entriamo in un altro negozio di oggetti d’ambra. Stessi
prodotti ma prezzi notevolmente diversi. Torniamo
ai camper, pranziamo e sono subito le 14. Poco dopo ci si rimette in marcia
verso Torun. Comincia il ritorno e si fa rotta verso sud. Poco dopo la partenza ci si ferma ad
un distributore per fare gasolio. Dopo altri cinquanta km ci si ferma ad un
supermercato per fare altri rifornimenti. All'uscita dal supermercato
comincia ad imbrunire. Saliamo sul camper e ci muoviamo, piuttosto velocemente,
verso sud. Arriviamo a Tourn alle 20,30. sbagliamo strada, torniamo
indietro, troviamo il parcheggio sotto un ponte sulla Vistola e ci sistemiamo.
Dopo cena Natale esce per fare quattro passi. La citta’ e’ illuminata e piena di giovani che passeggiano, si trovano, bevono birra ed
entrano nelle discoteche. Natale ciondola per circa un’oretta e poi torna alla base.
11/09/05 Altra giornata intensa. Al mattino troviamo la guida che ci porta a spasso per la citta. Torun e’ una citta’ medioevale che non ha subito particolari distruzioni durante l’ultima guerra. E' stata pero' bombardata |
tecnica’. Riprendiamo che e’ quasi buio. Spendiamo quaranta minuti per attraversare Lodtz e quando finalmente siamo sull’autostrada (l’unica della Polonia) e’ ormai buio. Corriamo veloci. I primi sessanta chilometri sono coperti da una vera autostrada che poi si trasforma in supestrada (con tanto di incroci e semafori). Ad un semaforo Giulio (il camper numero 15) resta un po’ indietro. Il gruppetto di testa non rallenta e Giulio (insieme a tutti i camper successivi) e’ poi costretto ad una folle corsa per riprendere il contatto. E’ tardi, siamo stanchi, abbiamo fame e ogni motivo e’ buono per protestare. Nasce quindi un piccolo litigio radiofonico tra Giulio e Annamaria. Verso le 22 arriviamo finalmente a Czestochowa ed al campeggio. 12/09/05 |
dettagliata della citta'
e finalmente, riusciamo ad individuare un campeggio e a definire un possibile
percorso. Facciamo ancora quattro chiacchiere e poi ciascuno nel proprio camper,
pronti per la notte. 14/09/05 Si preannuncia una giornata di sole. Partiamo verso le nove e siamo a Praga prima di mezzogiorno. Ci perdiamo, ritroviamo la strada, troviamo il campeggio ma e’ chiuso. Ci dirigiamo verso un secondo |
ristorante decidiamo di tornare a piedi sino
alla piazza principale, per poter ammirare la citta’ illuminata. Se la
passeggiata al tramonto era stata suggestiva la passeggiata notturna ci lascia
ammutoliti. Ovunque si guarda e’ uno spettacolo. Le luci (di vario colore: dal
giallo, al grigio al verde, a seconda dei palazzi) evidenziano in maniera ancora
piu’ marcata, le guglie, le torri, le finestre, i portali dei palazzi,
le arcate e i monumenti. La via Carlova e la piazza principale sembrano, se
possibile ancora piu’ affollate di prima. Verso le 22,30 raggiungiamo una
stazione della metropolitana ci infiliamo su di un treno, facciamo qualche
trasbordo ed i poco piu’ di trenta minuti siamo al campeggio.
15/09/05 Giornata di sole. Alle 9 lasciamo il campeggio e arriviamo in fretta in centro. Ci rechiamo in un’agenzia che organizza visite guidate e prenotiano un tour fluviale, con pranzo a bordo. L’appuntamento e’ per le |
Il complesso e’ piuttosto grande e ricorda piu’ un diorama che un monumento. Di fronte alla chiesa sorge il palazzo del municipio con un torrione di oltre sessanta metri e un portale finemente decorato. Dalla piazza si dipartono alcune importanti vie alcune delle quali (la via Parigi e la via Carlowa, detta anche cammino reale) portano a due ponti sulla Moldava. Visitiamo un cortile che sorge alle spalle del duomo e ci fermiamo in un bar a prendere un caffe’. Verso le 11,30 una graziosa ragazza che parla inglese, tedesco e italiano ci accompagna al battello. Durante il percorso, lungo la via Parigi, ci racconta alcune cose sui principali edifici della via (la via attraversa la zona elegante del quartiere |
un po’ di verdure e svariati tipi di carne di maiale,
proseguiamo con altre verdure e pollo, continuiamo con del pesce mescolato con
cipolle o altre amenita’ del genere e concludiamo con formaggio e pasticcini.
Dopo pranzo becherovka per tutti e conclusione del
giro in battello. Tra le particolarita’ osservate dal fiume merita di essere
ricordato un gigantesco metronomo, costruito sul basamento ove alcuni anni or
sono si ergeva una enorme statua di Stalin (di oltre trenta metri).
Dopo la gita il gruppo si scioglie. Noi torniamo nella piazza principale,
saliamo sulla torre del municipio
e osserviamo la citta’ dall’alto. Scendiamo, imbocchiamo una via (la via
Celtna) che ci porta ad un torrione che, con ogni probabilita’ sorgeva sopra
una delle porte di accesso alla citta’. Il torrione, pur essendo una struttura
di tipo militare, e’, tanto per cambiare,
molto ricco. E’ in stile gotico ed ornato da finestre decorate e da statue con
inserti in oro. Fuori dalla porta
si apre una piazza con un paio di teatri (anche questi piuttosto monumentali),
una stazione della metropolitana ed un supermercato. Ci infiliamo nel
supermercato per comperare un po’ di pane e una confezione di latte. Ne
usciamo carichi come somari e con svariate bottiglie di becherovka.
Prendiamo la metropolitana e in pochi minuti siamo al campeggio. La serata passa piuttosto tranquilla.
Dopo cena ci uniamo ai nostri compagni di viaggio per un caffe’ e quattro chiacchiere. 16/09/05 |
incamminiamo verso il castello. Arriviamo che manca poco a mezzogiorno e vediamo che sono in corso i preparativi per il cambio della guardia. Aspettiamo qualche minuto e, preceduto dalla musica di un fanfara, arriva un plotone di soldati con uniformi piuttosto scenografiche. Rulli di tamburi, trombe, stendardi, movimenti di spade e marce solenni. Nel giro di una ventina di minuti si completa la cerimonia. Visto che e’ ormai passato mezzogiorno ci dirigiamo verso uno dei numerosi bar che circondano il complesso monumentale, ci sediamo e ordiniamo un menu che, in teoria, sarebbe dovuto costare 170 corone (circa sei euro). Natale prende un piatto a base di gulash mentre Anna prende un piatto a base di pollo (tutto ben confezionato, con contorno di patate, pane, cipolle e altre amenita’). A fine pranzo prendiamo il caffe’ ed al momento del conto ci troviamo a dover sborsare quattrocento corone a testa (circa 16 euro). In assoluto una cifra onesta (se paragonata ai prezzi dei nostri ristoranti) ma incredibilmente lontana dal prezzo pubblicizzato. Non ci facciamo il sangue amaro e ci dirigiamo |
oggetti militari:
decine di armature in ferro, picche, spade, archibugi e balestre (abbiamo anche
visto una specie
di sala delle torture con alcune inverosimili macchine).
Usciti dal castello ci attardiamo un po’ per comperare qualche ricordo.
Scendiamo lentamente verso la citta’ (il castello sorge su di una collina),
passiamo la Moldava e ci accingiamo a visitare il quartiere ebraico. Comincia a
piovere e ci ripariamo sotto ad un balcone. Quando la pioggia diminuisce
raggiungiamo l’entrata del cimitero (il cui ingresso e’ ovviamente, a
pagamento) ma ci dicono che ormai e’ troppo tardi. Cerchiamo di entrare in una
sinagoga ma oggi e’ venerdi e le sinagoghe sono chiuse. Dobbiamo quindi
rinuciare alla vista degli ambienti ebraici. Camminiamo un po’ lungo le strade
del quartiere (bei palazzi recentemente restaurati e ricchi negozi) e raggiungiamo la piazza principale. Cerchiamo di visitare il
comune antico. E’ tardi ma ci fanno comunque entrare. Ci accompagna una guida
che parla solo inglese e spagnolo. Il risultato e’ piuttosto buffo. La guida
ci accompagna nelle varie sale. Ci piazza in mano un foglio in italiano a
commento della sala e completa il commento un po’ in spagnolo ed un po’ in
inglese. Visitiamo le varie sale comunali (ora non piu’ in uso) alcune delle
quali sono arricchite da dipinti, mosaici e mobili d’epoca. Visitiamo anche le
cantine (non sappiamo per quale motivo) e verso le 17,30 concludiamo la visita.
Usciamo e troviamo pioggia insistente. Raggiungiamo rapidamente una stazione
delle metropolitana ed in poco piu’ di mezzora siamo alla base. La sera passa
senza problemi. Avremmo voluto trovarci con gli altri ma la pioggia e la
stanchezza hanno, di fatto, impedito ogni incontro. Ciascuno passa la serata nel
suo camper (noi abbiamo anche acceso la stufa). 17/09/05 Giornata
di trasferimento. Verso le nove e mezza ci mettiamo in viaggio. Pasticciamo un
po’ per uscire dalla citta’. Ci fermiamo per chiedere informazioni ad un
vigile. Noi chiediamo informazioni lui invece ci chiede quaranta euro a camper poiche’,
a suo parere, abbiamo commesso una qualche infrazione (Ci sembra di aver capito
che abbiamo invaso una corsia riservata). Ci fa il verbale, paghiamo i quaranta
euro e lui ci consegna dei fogliettini bollati del valore di 100 corone l’uno
(in totale 1000 corone a camper). Riprendiamo la marcia con le idee chiare e finalmente siamo sulla E50 che, nel giro di
un ora, ci porta a Plzin (qualcuno dice che sia la patria della birra
pilsen). Superiamo la citta’ e dopo una trentina di minuti arriviamo in un
paese di frontiera. Vista l’ora decidiamo di uscire per pranzare |